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TONI GARBASSO
18 IMMAGINI DELLE ARCHITETTURE DI GIANCARLO DE CARLO
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Mostra estemporanea a Stecca 3.0
Milano, 5 aprile - 2019
 

Discorso tenuto nell'ambito di VISIONI CONDIVISE, conferenze sui temi di Giancarlo De Carlo.

Sarò conciso, come il linguaggio della fotografia, cioè sintetico.
Sono felice di esporre in questo luogo dedicato all'artigianato, mi considero più un artigiano fotografo che artista.

Ed è appunto come artigiano del vedere, che ho lavorato per lo studio de Carlo dal 1986 al 1998 circa e con l'ILAUD dal 1993 al 2003.
In tutti questi anni, dal professor De Carlo ho sicuramente più ricevuto che dato, e quello che ho ricevuto è stata l'idea grande di umanità, di comprensione dell'altro, chiunque esso fosse.

Quando tornando dai servizi fotografici sulle sue architetture e mostravo a De Carlo il materiale realizzato mi sono sempre stupito per la sua profonda attenzione a quello che gli facevo vedere ma anche a quello che gli raccontavo, a quello che avevo visto ed alle mie impressioni generali.
Spesso erano informazioni al margine, di come l'architettura stava vivendo, di come stava invecchiando il cemento, come e da chi veniva vissuta, dei varii problemi, che sicuramente già sapeva ma che volentieri ascoltava anche da me.
Ho sempre percepito una grande fiducia da parte sua nei miei confronti, un incoraggiamento costante, e la gratitudine per il lavoro svolto.
Non senza critiche, ad esempio quando portai le fotografie della palestra di Mazzorbo, che erano state scattate con un cielo di un azzurro intenso, quasi da deserto del New Mexico, mi disse: "...ma questo non è il colore del cielo della laguna di Venezia..." e vidi l'unica volta una delusione nei suoi occhi.
Ancora oggi mi chiedo qual'è il colore del cielo della laguna di Venezia, ma ho paura che l'idea classica, quel ceruleo slavato, come quello del Canaletto, ormai non ci sia più.

Una volta, durante una chiacchierata sulla fotografia De Carlo mi disse che vedeva la fotografia non solo come documentazione, ma anche come atto poetico.

Ecco queste fotografie appese, questa mostra estemporanea, piccolo ed incompleto estratto del lavoro realizzato per lo studio, sono scelte come atto poetico e come ringraziamento ai suoi insegnamenti, alle idee di società e spazio, ai racconti della sua storia di partigiano anarchico.

Grazie

 



© Toni Garbasso