ACCERCHIATI INCANTI
Dedicato alla DONNA, alla capacità di sapere interpretarsi, alla forza di cui è consapevole, alla sua autodeterminazione, alla maternità che serba per il mondo e per la natura, alla capacità di amare e produrre bellezza.
In mostra l'intero progetto "Accerchiati incanti" e gli inediti "Sfere" con l'allestimento fatto a mano, ideato e realizzato dallo Star Staff di SpazioRamedello.
L'inaugurazione è stata introdotta dal prof. Denis Curti, critico fotografico di fama oltre che direttore artistico della Casa dei Tre Oci a Venezia e di numerosi musei nazionali, e presentata da Simona Bartolena, critica d'arte, saggista e storica dell'arte milanese con la presenza dell'autrice.
Le fotografie di Francesca Della Toffola, hanno una valenza particolare per le suggestioni che sanno ricreare. Non si tratta, infatti, di mere rappresentazioni del vero, bensì di vere e proprie "poesie per immagini".
Attraverso la magistrale sovrapposizione del proprio corpo a prati innevati, distese di fiori, specchi d'acqua, spiagge sabbiose, ma anche pareti di cemento, l'immagine dell'artista si carica di ulteriori significati, suscitando emozioni e ricordi che hanno il sapore di fiaba o di sogno, nel segno di una ricerca intima e libera di interpretare i luoghi e la propria dimensione femminile.
Scrive Simona Bartolena: "Con un immaginario che richiama alla memoria l'iconografia dell'Ofelia shakespeariana (da quella, assai nota, dipinta da John Everett Millais a quelle ritratte da John William Waterhouse a esempi più recenti, anche fotografici), Francesca sovrappone il proprio corpo a prati innevati, distese di fiori, specchi d'acqua, spiagge sabbiose, ma lo contamina anche con pareti di cemento, staccionate di legno, piastrelle di granito.
Il suo corpo diventa un corpo, anzi: diventa il corpo, quello femminile, carico di significati, memorie, speranze e timori. Lontanissima dalle istanze di estrazione femminista o dalle rabbiose rivendicazioni di intere generazioni di artiste donne, la Della Toffola riflette sul tema calcando tracce che riportano da una parte alle atmosfere rituali e magiche delle Siluetas della Mendieta, dall'altra alla struggente e pudica malinconia dei versi di Antonia Pozzi… e a tutte quelle donne che attraverso il proprio corpo, i propri sentimenti, le proprie paure – espressi con le immagini, con i gesti, con i suoni e con le parole – hanno saputo narrare qualcosa di universale, qualcosa che riguarda tutti…
Sono immagini che ci invitano a condividere con l'artista visioni che albergano nei nostri ricordi, che hanno ora il sapore di una fiaba ora quello di un sogno ora quello di un passo letterario che da tempo non leggiamo. Parlano di lei, di Francesca, che ne è la protagonista indiscussa, eppure appartengono a tutti noi, uomini e donne."
Così scrive Arno Rafael Minkkinen, fotografo finno-americano di fama mondiale, riferendosi al libro Accerchiati incanti da cui è tratta la serie fotografica qui esposta:
"In forte contrasto con la maggior parte delle immagini circolari della storia della fotografia, le ipnotiche immagini colorate di Francesca Della Toffola ruotano e rotolano senza un'apparente linea dell'orizzonte a cui aggrapparsi, permettendoci di animare l'immagine. Come nei mondi di Lewis Carroll, il tempo e la dimensione diventano materia di sogno. Della Toffola ci invita ad entrare, a condividere le sue capriole capovolte che sfidano la gravità per giungere alla fine del suo viaggio trasfigurata dai misteri della vita, non svegliandosi mai come fece Alice per terminare la storia del Reverendo Dodgson, più noto come Lewis Carroll. Questo libro delle meraviglie non ha nessun inizio, nessuna parte centrale e, cosa più bella, nessuna fine."
Scrive Italo Zannier nella prefazione al libro: "Francesca non cerca certezze, propone emozioni, sogni "pallidi e sfumati", come le fanciulle racchiuse nei suoi "tondi", dipinte all'acquarello, come li avrebbe comunque immaginati Julia Margareth Cameron, nel suo languido tempo vittoriano.
Il neo-pittorialismo di Francesca, nobilita la quotidianità di questa arte, avvilita dalla plebea possibilità di consentire realizzazioni di immagini ovunque e comunque, in nome di una malfamata idea di "democrazia". Ma è il pensiero che rimane invece certamente "democratico"; ognuno può pensare ciò che vuole, e anche sognare… Francesca Della Toffola si è isolata nei suoi sogni, credo senza sforzi e strategie, perché hanno trovato in queste immagini uno spazio di immaginaria realtà, come quella di Alice nel Paese delle meraviglie, offrendo quindi al lettore un raro piacere d'evasione, come la fotografia può offrire nel suo silenzio."
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