Ernest Pignon con il suo lavoro ha regalato alla città
il frame finale dell'esistenza di Pier Paolo Pasolini,
congelata lungo il suo ultimo cammino.
In questo andare il poeta interroga e richiama
il passante attento, lo invita, lo provoca a relazionarsi
con lui.
Non passa inosservato.
La reazione al suo essere lì è spesso violenta.
Provoca lacerazioni e, ugualmente, viene
lacerato, strappato.
C'è chi lo vorrebbe eliminare.
Ma nel varco di queste lacerazioni vengono
accolti coloro che con lui si relazionano, dialogano.
È in quel momento che un soggetto altro,
spettatore discreto ma da sempre avido d'umanità,
si ferma ad osservare e attendere l'avvenire
di questi incontri inizialmente casuali.
Da questa visione nasce l'idea di Carlo Maria Causati
di causarne altri in cui i soggetti invitati, e provocati,
diventano parte attiva di una performance improvvisata
che trasforma per un attimo un angolo della città
in palcoscenico vivente.
Carlo Maria Causati |